Sabato mi preparo per una visita al Parco Naturale della Penisola Curlandese, per esplorare quello che la mia guida descrive come un paesaggio unico al mondo.
La leggenda narra che la gigantessa Neringa creo` questo lembo di terra portando grembiulate di sabbia dal mare, creando la laguna a protezione dei pescatori dei villaggi costieri. In realta`, furono le onde e i venti a consentire l'accumulo di sabbia nelle acque basse vicine alla costa, dando luogo a un ecosistema tanto spettacolare quanto fragile.
Il massiccio disboscamento del XVI sec. causò la repentina desertificazione dell`isola, mentre i forti venti e le piogge progressivamente spostavano e limavano le immense dune. Interi villaggi furono sepolti dalla sabbia e, quando l`agricoltura non poteva più garantire la sopravvivenza, gli abitanti arrivarono a nutrirsi di corvi che uccidevano mordendoli sul collo.
Nida |
Veduta dalla duna di Parnidis |
L`istituzione di una commissione internazionale durante il dominio sovietico decretò l'urgenza di adottare misure a salvaguardia di questo ecosistema, tra cui figurò l'istituzione del Parco tuttora responsabile del rimboschimento. I visitatori, che costituiscono la principale fonte di reddito per tutta l`area, sono anche la principale insidia. Vi sono rigide regole a cui bisogna attenersi durante la visita, che comprendono il divieto di scivolare sulle dune e di uscire dai percorsi segnalati. Si calcola che ogni turista che percorre il "Sahara della Lituania" spinge verso il basso tonnellate di sabbia, e il "Sahara della Lituania" si ritira di 1 m ogni anno.
Noleggio una bici all'ostello e prendo l'autobus che mi porterà a Nida, la cittadina lituana più meridionale della penisola, prima del confine con l'appendice russa di Kaliningrado. Dopo un veloce giro del paese mi spingo più a sud, alla scoperta della duna di Parnidis, l'unica su cui è ancora concesso scivolare. Dalla cima si ammira uno spettacolo quasi lunare! Una foto alla base della duna mostra la differenza di altezza nel 1960.
Faccio rotta verso nord, dove una pista ciclabile immersa nella foresta percorre i 50 km che separano Nida da Smiltyne, il villaggio all'estremità settentrionale che uno stretto canale separa da Klaipeda. Durante il percorso attraverso i villaggi di Pervalka e Preila, dove mi rifocillo con un'insalata a base di pesce affumicato (a km zero!) preparato in un'antico affumicatoio. Faccio una puntatina sulla spiaggia infinita del Mar Baltico, con l'obbligo e la necessità di 'puciare i piedi' nell'oceano.
Sicuramente il punto più bello del mio percorso è la zona delle Dune Morte o Grigie, che mi offre un vero scenario da far-west. Strano trovarci un corteo nuziale che ha scelto questa location come sfondo per le fotografie!
Percorro gli ultimi 20 infiniti km - e io che pensavo di essere allenata! - e dopo 7 ore arrivo finalmente a casa. Distrutta ma assolutamente appagata, mi coccolo con una zuppa e una doccia calde e crollo a letto. Il mattino dopo, sveglia alle 6 per raggiungere l'ultima tappa: Šiauliai.
Death Dunes |
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