Il Mėnuo Juodaragis ("Black-Horned Moon - Luna dal Corno Nero") è un festival dedicato alla celebrazione dell'antica cultura baltica. Nacque nel 1995 per diventare rapidamente uno degli appuntamenti più importanti per la scena alternativa Lituana. Si tiene ogni anno durante l'ultimo weekend di agosto, celebrando simbolicamente la fine dell'estate. Il festival rappresenta perciò l'ultima occasione per divertirsi all'aperto prima dell'arrivo del freddo e del buio invernali. La location viene cambiata ogni tre anni e, fortunatamente per me, questa volta l'evento era ospitato sulla Grande Isola di Zarasai.
Il festival è dedicato alla riscoperta dell'antica mitologia pagana attraverso rievocazioni storiche, costumi e artigianato tradizionale, ma anche seminari, film contemporanei ed eco-art. La musica è comunque la protagonista, e in tre giorni si sono alternati gruppi neo-folk, post.folk, ethnic e alternative provenienti in gran parte da Lituania e Lettonia ma anche da Uk, Lussemburgo, USA, Repubblica Ceca, Ukraina e Russia.
Cinzia è scappata da Rokiskis e mi ha raggiunto per saggiare un po' di atmosfera baltica insieme a me. Ci siamo cimentate nel tiro con l'arco, dove Cinzia ha rivelato un inaspettato talento naturale (si vede che è del Sagittario). Abbiamo imparato a tessere le tradizionali fasce di lana, usate come bracciali, cinture o a mo' di cravatta dagli uomini. Il risultato non è stato proprio professionale, ma non trovate che mi doni il look da hippie?! Invece della birra, che non ha avuto un grande ruolo nel nostro festival, ci siamo buttate sul cibo vegetariano. L'organizzazione del festival vanta l'adozione di un approccio il più possibile eco-friendly e la presenza di interi stand dedicati ai vegetariani è stata molto apprezzata.
Per il resto, io e Cinzia ci siamo godute le performance degli artisti, buttandoci in danze più o meno coordinate con nuovi e 'vecchi' amici.
Per gli abitanti di Zarasai il festival era anche un'occasione per elaborare nuove tecniche per superare i controlli all'ingresso dell'isola. Io non ho dovuto faticare: lo Jaunimo Centras aveva organizzato un meeting con una quindicina di ragazzi polacchi che hanno invaso l'ostello per una settimana, e mi hanno inserita tra i nominativi beneficiari dell'ingresso gratuito. Che emozione poter dire: "Io non ho il biglietto. Il mio nome è sulla lista!". Altri ragazzi hanno provato a stampare la riproduzione cartacea del braccialetto, ma la stampante ha falsato i colori e sono stati quindi fermati dai buttafuori e costretti ad acquistare il biglietto. Anche l'importazione di alcolici via lago è stata impossibile, poichè il noleggio delle barche era consentito solo ai membri dell'organizzazione. Quest'anno se la sono cavata facendo introdurre le scorte di birra dai volontari che supportavano l'andamento del festival, raramente perquisiti. Ma negli occhi di Karolis si è accesa una fiamma di sfida al pensiero degli escamotage sempre più raffinati che dovrà escogitare il prossimo anno!
Scovata su un album fotografico on-line: http://events.sielojramu.org/displayimage.php?album=206&pos=467 |
Domenica pomeriggio abbiamo assistito alla cerimonia di chiusura del festival che ha riproposto un tradizionale rituale di sacrificio agli dei. Al canto di antiche melodie, alcuni semi vengono gettati sul fuoco per poi attrarre a sé il fumo. Il significato sia legato all'idea di purificazione e di protezione contro i rigori dell'inverno.
Polish-Lithuanian friends! |
A portrait of happiness -Italian pic-nic |